Morta Maria Fida Moro a 77 anni, figlia del leader Dc Aldo Moro. L’annuncio di La Russa nell’Aula del Senato
È scomparsa Maria Fida Moro, all’età di 77 anni compiuti il dicembre scorso. Era ricoverata in una clinica romana a seguito di complicazioni di patologie di cui soffriva da tempo.
Portava il nome della nonna, Fida Stinchi, madre di Aldo Moro: era la primogenita di quattro figli dello statista assassinato dalle Brigate Rosse, era stata anche senatrice, eletta nelle fila della Democrazia Cristiana nel 1987.
L’Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio in sua memoria: “Le rivolgiamo un pensiero deferente”, queste sono state le parole del presidente Ignazio La Russa. Esprime cordoglio anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Maria Fida Moro e il rapporto travagliato con la politica
Il suo rapporto con la politica è stato tormentato e segnato da insuccessi e denunce per le responsabilità che attribuiva per la morte del padre, tirando più volte in ballo l’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga.
Lasciato il gruppo della Dc nel 1990 passò come indipendente a quello di Rifondazione comunista. Avvicinatasi in seguito per un breve periodo ad Alleanza nazionale, nel 1999 è stata candidata per la lista di Rinnovamento Italiano-Dini alle elezioni europee.
Ha aderito poi al Partito radicale, prima della sua ultima esperienza, nel 2016, da candidata al Campidoglio in una lista centrista a sostegno del dem Roberto Giachetti.
Famoso fu lo scontro con il deputato terlizzese Gero Grassi, a cui la stessa Moro consegnò l’archivio personale del padre salvo pretenderne la restituzione.
“L’errore più grave, che ho commesso, è stato consegnare all’onorevole Gero Grassi il mio archivio personale ed ora lo rivoglio indietro anche se ormai smembrato, danneggiato e ritagliato come un album di figurine” raccontò nel 2018.
E ancora: “Intendo bruciarlo e distruggerlo affinché nessuno possa più usarlo come trampolino di lancio verso una notorietà effimera e immeritata”.
Ha scritto diversi libri, tra cui il più celebre del 1982 e autobiografico La casa dei cento natali, che le valse il premio speciale Viareggio. Aveva anche fondato, nel 2013, un movimento ispirato ai valori della Dc insieme al figlio Luca, il quale era stato destinatario, piccolissimo, di una lettera tenera di Aldo Moro dalla prigionia: “…è il nonno, forse ricordi, che ti portava in braccio come il S.S. Sacramento, che ti faceva fare la pipì all’ora giusta, che tentava di metterti a posto le coperte e poi ti addormentava con un lungo sorriso, sul quale piaceva ritornare. Il nonno che ti metteva la vestaglietta la mattina, ti dava la pizza, ti faceva mangiare sulle ginocchia…”.
Proprio per tutelare suo figlio aveva dato vita a una lunga battaglia per il riconoscimento dei benefici di vittima del terrorismo e nel marzo dello scorso anno aveva visto coronate da successo le sue richieste: “Oggi 17 marzo – disse – la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni mi ha comunicato che la Camera dei Deputati si è mossa fattivamente per l’applicazione della legge 206 del 2004 in favore di Aldo Moro. Legge della quale ho chiesto l’applicazione per quasi vent’anni di seguito ed avevo perso la speranza”.
E Giorgia Meloni esprime “profondo dispiacere per la scomparsa di una donna tenace e animata da impegno civile che si è battuta con determinazione per i diritti dei parenti delle vittime del terrorismo. Buon viaggio Maria Fida” sul social media X.