Il morbo di Alzheimer è diventato uno degli incubi più spaventosi, perché si caratterizza con una perdita di memoria e di identità personale.
Questa malattia consiste nell’atrofia del cervello, che non riesce più a svolgere le proprie funzioni. Il tessuto cerebrale degenera e si riduce, perdendo cellule nervose, mentre si accumula una proteina anomala, la beta amiloide, e si sviluppano intrecci neurofibrillari. Peggio non potrebbe andare, per chi è orgoglioso di ciò che fa e ama profondamente le proprie attività.
Si parla infatti di un tipo di demenza che consiste in una trasformazione interiore profonda. Non si riesce più a essere se stessi, e anzi alla fine si viene cacciati via, per così dire, dal proprio corpo, e sostituiti da un’altra persona, del tutto confusionaria, smemorata e incapace di fare tutto quel che si è imparato in una vita di lavoro, di fatica e di impegno.
ALZHEIMER DRAMMA
Questa malattia degenerativa colpisce, secondo le statistiche circa il 3% della popolazione di età tra i 65 e i 74 anni. Il dato sale al 17% nella fascia d’età tra i 75 e gli 84 e al 42% oltre gli 85 anni. Nelle donne è più frequente, perché di solito la loro vita è più lunga. E l’aumento dell’età media comporta inevitabilmente l’incremento dei malati.
Il gene anomalo può essere trasmesso anche da uno solo dei genitori ai figli, che quindi hanno maggiore probabilità di manifestare i medesimi sintomi. Il rischio accresce in caso di diabete, alto livello di colesterolo e fumo. La cura è particolarmente difficile, anzi sembra impossibile. E’ importante quindi la diagnosi precoce per rallentare l’aggressività del morbo.
Alzheimer: ecco cosa devi sapere
Uno studio dell’Università della California ha stabilito che un sottotipo dell’Alzheimer si manifesta con due anni d’anticipo sull’esordio della malattia conclamata. Dunque può essere riconosciuto in tempo utile per innalzare un argine. Lo studio californiano ha messo sotto analisi 1092 pazienti di 16 Stati che hanno avuto la stessa diagnosi di atrofia corticale posteriore, nome scientifico della malattia scoperta dal medico tedesco Alois Alzheimer tra Ottocento e Novecento.
Il primo sintomo è l’indebolimento della vista, che si può verificare già intorno ai 59 anni. È il primo campanello d’allarme, che può implicare una diagnosi precoce. Quindi, la memoria comincia a giocare strani scherzi, smettendola di funzionare. Il danno forse peggiore riguarda il linguaggio. Il malato perde progressivamente la capacità di fare discorsi con senso compiuto. Vengono meno le parole, ci si confonde e inoltre ci si smarrisce, perdendo il senso dell’orientamento. Fortunatamente la ricerca scientifica e la tecnologia, alleate, stanno a loro volta facendo progressi.