Condannato all’ergastolo Jawad Hicham, l’uomo che ha ucciso la moglie Sara Ruschi e la suocera Brunetta Ridolfi.
Diceva di amarla alla follia, e la follia lo ha divorato, fino al compimento dell’insano gesto che ha portato Jawad Hicham a uccidere a coltellate la moglie Sara Ruschi e la suocera Brunetta Ridolfi. Un duplice femminicidio, avvenuto lo scorso aprile, e consumato tra le mura dell’abitazione di famiglia, ad Arezzo, mentre i figli erano in casa e dormivano in camera.
I giudici della corte d’assise del tribunale di Arezzo hanno condannato all’ergastolo il 38enne Jawad Hicham, il quale ha confessato l’omicidio della compagna Sara, di 35 anni, e della suocera Brunetta, di anni 76. Assistito dall’avvocato Maria Fiorella Bennati, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio avvenuto nel carcere di San Benedetto.
Ergastolo per il duplice omicidio di Arezzo: sentenza definitiva per Jawad Hicham, che ha ucciso moglie e suocera
Dopo ore, alla fine è crollato, e cosi Jawad ha confessato il duplice omicidio. Il marocchino avrebbe prima accoltellato la suocera, poi si sarebbe scagliato contro la compagna. Uno dei figli, il più grande, di 16 anni, si sarebbe svegliato a seguito del trambusto, e avrebbe visto il padre accoltellare la madre. Ora, il ragazzo e la sorellina, di soli 2 anni, sono stati affidati ai nonni.
Il quadro è apparso subito chiaro alla Polizia, quando hanno esaminato i profili Facebook di Jawad e di Sara. Il marocchino era ossessionato dalla gelosia, tanto da arrivare a minacciare la compagna di “tagliarle la gola”, se si fosse comportata male. Sara aveva già richiesto l’allontanamento dell’uomo, ma nonostante tutto era costretta a continuare al convivenza.
In una chat di Facebook con un suo amico, Sara aveva confessato che “Non posso semplicemente buttarlo fuori, se lui va dalla Polizia sono obbligata a farlo entrare in casa”. In un altro messaggio, si legge che “senza un referto, ferite o lividi, è difficile ottenere un allontanamento”, per poi aggiungere “Io non me ne vado solo per farlo uscire, questa è casa mia”.
La crisi in famiglia era già iniziata da tempo: Sara era sempre tesa
Insomma, la situazione in casa era molto tesa, tesa come l’umore della ragazza, come raccontato dal suo datore di lavoro, che la vedeva sempre sull’attenti. Sapeva che il marito aveva grossi problemi di alcool. Da qualche tempo, la mamma di lei, Brunetta, aveva deciso di vivere in casa con la figlia, per farle compagnia e per non lasciarla sola.
La notte tra il 12 e il 13 aprile 2023, Jawad ha dato di matto, commettendo una strage nell’appartamento di via Varchi. Il pm Marco Dioni ha chiesto l’ergastolo per l’imputato, inoltre, già in precedenza la corte aveva rigettato la richiesta dell’avvocato difensore di sottoporre Hicham a una perizia psichiatrica.
La corte ha stabilito una provvisionale di 450 mila euro per i due figli. Il figlio, oggi 17enne, presente in aula per la condanna definitiva, ha espresso sollievo per una sentenza giusta, “Pensavo che avrebbe preso una pena più bassa, ma per fortuna non è andato così”. L’omicida è stato trasportato nel carcere di Prato.