Le accuse ad Azzurra Cerretani: “è stata complice del suo fidanzato nel massacro”, ma cosa ha stabilito il pubblico ministero.
Daniele Barchi, 42enne originario di Gaeta, venne ritrovato senza vita nel suo monolocale, in via Fontanella del Suffragio. Era stato ucciso nella notte tra il 20 e il 21 maggio 2018, in circostanze tremende: all’interno dell’abitazione, infatti, gli inquirenti avevano trovato tutti gli elementi per parlare di un vero e proprio massacro. Il delitto è noto come omicidio del Suffragio e ha riempito le pagine di cronaca.
Ferite in tutto il corpo, il volto tumefatto: chi aveva colpito in quel modo il povero Daniele Barchi non aveva avuto alcuna pietà della vittima. I genitori dell’uomo diffusero qualche tempo dopo le foto del corpo privo di vita del figlio, il viso era irriconoscibile, proprio a testimoniare quella che appunto era stata una mattanza. Per l’omicidio era poi finito in carcere un uomo che Daniele Barchi pare conoscesse bene.
Le accuse ad Azzurra Cerretani: cosa c’entra la ragazza col massacro di Daniele Barchi
Si tratta di Stefano Pavani, il 34enne originario di Corchiano, che insieme alla fidanzata Azzurra Cerretani condivideva con Barchi il monolocale dove l’omicidio si è consumato in tutta la sua brutalità. Il movente di quel delitto era legato appunto alla convivenza tra i tre: Daniele Barchi desiderava tornare a vivere da solo, quello che poi si è rivelato essere il suo aguzzino non voleva.
Al momento del ritrovamento del corpo, fu proprio Azzurra Cerretani – la stessa che aveva lanciato l’allarme – a dare diversi dettagli rispetto all’omicidio, chiamando proprio in causa Stefano Pavani. Il quale, a sua volta, aveva sostenuto di aver agito da solo. Per l’omicidio di Daniele Barchi, l’uomo è stato condannato a quindici anni di reclusione con rito abbreviato: gli fu riconosciuta la seminfermità mentale.
I familiari della vittima hanno però sempre ritenuto Azzurra Cerretani non solo complice, ma corresponsabile di quel massacro e ne avevano chiesto l’incriminazione: così, a distanza di tempo anche lei era stata messa in stato di accusa, per omicidio volontario in concorso. Peraltro dagli atti processuali, era emerso che Pavani le avrebbe intimato di colpire Barchi con un forchettone.
La richiesta del pm su Azzurra Cerretani: a giorni la sentenza
Giuseppe Barchi, che aveva mostrato appunto le foto del figlio morto alla stampa, ha sempre accusato: “Sono due gli assassini di mio figlio, uno è dentro e una è fuori, mentre Daniele è morto”. Nei giorni scorsi, il pm del caso ha chiesto però l’assoluzione di Azzurra Cerretani: ci sono troppi elementi che indicano come la ragazza abbia collaborato essa stessa a indicare Pavani come l’autore del massacro.
La ragazza, secondo l’accusa, non poteva essere compartecipe perché fin da subito chiamò le forze dell’ordine, spiegando quanto avvenuto e come sia stato Stefano Pavani a fare tutto da solo. Insomma, non esistono prove della sua partecipazione al delitto. L’ultimo atto del processo si celebrerà a giorni, il 7 marzo: sono attese l’arringa difensiva e subito dopo la sentenza.