Quella di Ciccio e Tore Pappalardi, due fratelli di 13 e 11 anni di Gravina di Puglia, è una vicenda che ancora oggi fa rumore.
Questa storia – direbbe Carlo Lucarelli – è una storia che fa paura: è la storia di Ciccio e Tore Pappalardi, due fratellini di 13 e 11 anni, che vivevano nelle Murge, a Gravina di Puglia. Una vicenda che fece clamore e che fa ancora rumore, sebbene siano passati ben 18 anni dalla loro scomparsa e un paio di anni in meno dal loro casuale ritrovamento.
I due bambini sparirono infatti nel nulla il 5 giugno 2006, gettando sin da subito una lunga ombra di mistero sulla piccola comunità di Gravina di Puglia. Questo comune è uno dei tanti posti in cui tutti si conoscono e un fatto del genere coinvolge nelle ricerche tutta la comunità. Una storia che ha i risvolti di un film horror, quella di questi due ragazzini, raccontata in un saggio di Luciano Garofano e Mauro Valentini.
Quando si parla di casi di scomparsa, soprattutto in presenza di minori, la paura e l’orrore sono sempre tanti, ma nel caso di Ciccio e Tore Pappalardi quando accaduto ha avuto davvero tutti i risvolti di un film dell’orrore. I due ragazzini vennero ritrovati in maniera sconcertante e casuale ben 500 giorni dopo la scomparsa e probabilmente se un altro ragazzino non avesse rischiato la vita, questo non sarebbe mai avvenuto.
L’altro ragazzino si chiama Michele e un giorno di un anno e mezzo dopo la scomparsa dei due fratellini di Gravina, il 25 febbraio 2008, sta giocando a pallone con alcuni suoi amici nei pressi di una struttura che tutti conoscono in paese, la cosiddetta Casa delle 100 Stanze. La chiamano così perché è un complesso fatto di pozzi, scalinate e stanze, tante stanze, che in paese molti dicono siano infestate dagli spiriti.
Un tempo era la dimora abituale della famiglia Pellicciari di Gravina di Puglia e ora quel casolare è un posto dove i ragazzini del paese, inconsapevoli del pericolo, ci vengono a giocare. Michele è uno di questi e un giorno, per recuperare un pallone, cade in una cisterna. Per fortuna, quella caduta non ha conseguenze, ma all’arrivo dei vigili del fuoco, in fondo al pozzo, vengono trovati degli scheletri.
La terribile scoperta ha portato a una svolta scioccante nel caso e ha sollevato nuove domande su ciò che realmente accadde la sera di 500 giorni prima, quando dei due ragazzini si persero le tracce. Riavvolgiamo il nastro dunque, come se fosse una vecchia VHS: torniamo alla sera della scomparsa e alla prima denuncia fatta alla polizia: è quella di Filippo Pappalardi, padre dei bambini.
L’uomo, che vive con una nuova compagna, dopo la separazione da Rosa Carlucci, la mamma dei fratellini di Gravina, spiega di essere andato a cercarli anche a casa di lei. Nel giro di poco tempo, l’ex coppia inizia ad accusarsi a vicenda, finché proprio Filippo Pappalardi finisce in stato di accusa per sequestro di persona, duplice omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e occultamento di cadavere.
Per l’uomo arriva il carcere, ma da lì a poco c’è il colpo di scena che lo scagiona: secondo l’autopsia, non ci sono segni di violenza sul corpo dei due ragazzini. Si profila l’ipotesi inquietante che sia stato tutto un tragico incidente: Ciccio sarebbe caduto in quella cisterna della Casa delle 100 Stanze, battendo la testa, successivamente anche Tore si sarebbe calato in quel pozzo. Nessuno dei due sarebbe risalito.
La versione ufficiale dunque parla di Ciccio morto per un’emorragia cerebrale, mentre Tore non ce l’avrebbe fatta a risalire e sarebbe morto di stenti nel giro di poco tempo. Il loro papà, dunque, non c’entra nulla e viene scagionato: la libertà non può certamente lenire il suo dolore. Lo scorso anno, Filippo Pappalardi ha lanciato un appello a squarciare il muro di omertà intorno alla vicenda.
Secondo lui, i suoi figli quel giorno non erano da soli: qualcuno ha visto, i loro amichetti quasi sicuramente, ma anche qualche adulto, a suo avviso. Qualcuno che nasconde qualcosa e si nasconde ancora. Tornare alla sua vita, per questo padre distrutto dal dolore non è mai stato possibile: all’inizio in pochi hanno creduto davvero alla sua innocenza.
La tesi di Mauro Valentini, il giornalista che con l’ex comandante del Ris, Luciano Garofano, ha scritto il libro sulla storia dei due fratellini, quel giorno, nella Casa delle 100 Stanze, proprio come in un film horror, “è accaduto qualcosa di inconfessabile, che nessuno tra i coetanei dei bambini e tra gli adulti ha potuto dire”. L’appello è a chi sa, perché si liberi la coscienza.
Per due volte, i legali della famiglia dei ragazzini hanno chiesto di riaprire le indagini, l’ultima nel 2021, e in entrambi i casi si sono visti sbattere la porta in faccia. Per l’ultima volta, Filippo Pappalardi è tornato sulla vicenda dopo la tragedia di Manfredonia, in queste ore, invece, si stanno muovendo Rosa Carlucci e Filomena Pappalardi, rispettivamente mamma e sorella di Ciccio e Tore.
Soprattutto, in queste ore in cui cade il 16esimo anniversario dal drammatico ritrovamento dei corpi dei due fratellini, la sorella Filomena – che all’epoca dei fatti era adolescente – sostiene che la situazione è cambiata e oggi la sua famiglia sarebbe in possesso di quelle che definisce “prove scottanti” e che quelle prove, a suo avviso, porteranno alla scoperta della verità.
Anche per Filomena Pappalardi sulla vicenda è stato alzato un muro di omertà e chi potrebbe e dovrebbe parlare non lo ha fatto mai. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Rocco Silletti, consulente di parte della famiglia. Una famiglia che non si rassegna di fronte alla verità ufficiale, ma che sostiene che nella Casa delle 100 Stanze, quel giorno di giugno, si è consumato invece l’orrore.
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