Presto entrerà in vigore in via sperimentale una prestazione universale rivolta specificamente agli anziani. Ecco tutti i dettagli.
Lo scorso 25 gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato in esame preliminare il cosiddetto Decreto anziani 2024, un decreto legislativo contenente una serie di “disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane”. Tra le nuove misure, ce n’è una destinata a una categoria di cittadini che, in un paese a bassissimo tasso di natalità come l’Italia, è sempre più numerosa ma spesso non adeguatamente tutelata.
Il comunicato stampa ufficiale del governo ha indicato cifre ben precise: “Dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, in via sperimentale e nel limite di spesa massimo pari a 300 milioni annui, si introduce una ‘prestazione universale’ composta da una quota fissa monetaria e da una quota integrativa definita ‘assegno di assistenza’“. Ecco tutti i dettagli.
Il Decreto terza età dalla A alla Z
La prestazione universale in questione, precisa la nota del governo, è finalizzata all’acquisto di servizi, per promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno alle persone anziane non autosufficienti, ed è destinata a sostituire progressivamente l’indennità di accompagnamento. Nello specifico, la componente relativa alla quota fissa monetaria corrisponde alla stessa quota attualmente prevista per l’indennità di accompagnamento (527,16 euro mensili), mentre la quota integrativa è pari a 850 euro mensili ed è finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici, o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza da imprese qualificate. Non è tutto.
Salvo ulteriori modifiche, l’aiuto sarà rivolto agli anziani ultraottantenni non autosufficienti con “un livello di bisogno assistenziale gravissimo” e con un Isee inferiore a 6.000 euro. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha poi anticipato che il decreto, con un fondo di oltre un miliardo di euro per i primi due anni, mira a garantire agli anziani il diritto di ricevere cure nella propria abitazione, ed è concepito come un provvedimento innovativo volto a costruire un nuovo modello di welfare.
Mentre la viceministra al Lavoro, Maria Teresa Bellucci, ha spiegato che l’iniziativa, coordinata con altri ministeri, tra cui quello della Salute, è finalizzata a fornire risposte concrete alle esigenze dei 14 milioni di anziani, di cui 3,8 milioni non autosufficienti, compiendo così un passo significativo verso un sistema di assistenza più efficace e inclusivo.