Guardia di finanza, scoperti tre lavoratori in nero

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Continua l’attività di controllo delle Fiamme gialle nel contrasto al sommerso da lavoro ed agli sprechi di denaro pubblico. I militari della Compagnia di Tarquinia, a seguito di una mirata attività informativa e di controllo economico del territorio, hanno individuato a Canino una società che impiegava tre lavoratori privi di una formale assunzione, di cui uno beneficiario e diretto richiedente del reddito di cittadinanza.

Dai successivi riscontri alle banche dati in uso al Corpo, in costante collaborazione con gli uffici Inps di Viterbo, è emerso che uno dei tre lavoratori irregolarmente occupati percepiva il reddito di cittadinanza già dall’anno 2019. La sua posizione è stata pertanto segnalata ai già citati Uffici dell’Inps, ente erogatore competente ai fini della revoca del beneficio e per il recupero delle somme indebitamente percepite.

Nell’ambito di tale attività è stato inoltre rilevato che la società sottoposta a controllo ha impiegato i tre lavoratori in nero per un’intera annualità, corrispondendo agli stessi le relative retribuzioni a mezzo denaro contante, omettendo, per di più, di operare le previste ritenute fiscali sulle retribuzioni. Per la corresponsione di emolumenti a mezzo denaro contante per un totale di dodici mensilità, in violazione delle prescrizioni previste dalla L. 205/17, è stata comminata una sanzione amministrativa di 20mila euro.

È stata irrogata alla società la “maxi sanzione” per l’impiego di nr. 2 lavoratori senza preventiva comunicazione obbligatoria, oltre alla sanzione aggravata per l’impiego di nr. 1 lavoratore percettore del reddito di cittadinanza, senza preventiva comunicazione obbligatoria.

Il lavoratore percettore del R.d.C. è stato segnalato all’autorità giudiziaria competente poiché lo stesso non ha comunicato all’ente previdenziale, nel termine di 30 giorni, la variazione della propria condizione occupazionale.

L’attività di servizio svolta dalle Fiamme gialle assume fondamentale importanza per la tutela dei cittadini onesti, di coloro che hanno concretamente bisogno di assistenza e delle imprese che operano nel rispetto della legge; al fine di contrastare le distorsioni dell’economia locale ed arginare la concorrenza sleale, mirando a combattere tutte le forme di indebito accesso a prestazioni assistenziali generatrici di iniquità e lesive della coesione sociale.

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