Il suo corpo non è mai stato trovato: l’ha uccisa quel frate e non ha mai confessato

Un caso che ha sconvolto l’Italia intera: una donna sarebbe stata uccisa da un frate, il corpo mai trovati e nessuna confessione.

che fine ha fatto padre Gratien
Donna uccisa dal frate in Toscana (Etruriaoggi.it)

Badia Tedalda, qualche anno fa, è diventata il centro delle cronache nazionali per un cold case che non è mai stato del tutto risolto, sebbene il responsabile dell’accaduto da tempo sia stato consegnato alla giustizia e condannato in via definitiva dalla Cassazione. Il piccolo centro in provincia di Arezzo, nemmeno mille abitanti, fu infatti testimone quasi inconsapevole di un orrendo delitto.

Il primo maggio 2014, dieci anni fa esatti tra qualche settimana, si persero le tracce di una donna, sposata e con un figlio: la madre di famiglia intorno all’ora di pranzo esce di casa per recarsi in canonica, dove deve incontrare il viceparroco. Ufficialmente, secondo quanto gli scrive, deve portargli un po’ di coniglio, ma emergerà praticamente subito che i due hanno una relazione clandestina.

Uccisa dal frate: un delitto senza cadavere e una condanna definitiva

Guerrina Piscaglia e Mirco Alessandrini
Guerrina Piscaglia nel giorno del suo matrimonio (Etruriaoggi.it)

La donna si chiama Guerrina Piscaglia, ed è appunto sposata con Mirco Alessandrini: la coppia ha un figlio di nome Lorenzo. Il viceparroco risponde invece al nome di padre Gratien Alabi, appartiene all’ordine dei Canonici regolari premostratensi ed è di origini congolesi. Dai processi è emerso che verosimilmente Guerrina Piscaglia voleva rendere pubblica la loro relazione e lui si opponeva: per questo l’avrebbe uccisa.

Nei primi tempi della scomparsa della donna, si parla di allontanamento volontario e fanno testo dei messaggi inviati da lei, in cui evidenzia come si sarebbe allontanata perché avrebbe una relazione con un cittadino nordafricano. Emerge col tempo che a mandare quei messaggi non è chiaramente Guerrina Piscaglia, ma padre Gratien, che è in possesso del cellulare della donna.

Il frate viene indagato e addirittura nel giro di breve tempo condannato in via definitiva dalla Cassazione, in base a un processo indiziario: per i giudici non ci sono dubbi sul fatto che l’uomo abbia ucciso Guerrina Piscaglia e poi ne abbia fatto sparire il cadavere. Per sempre. Perché in questa vicenda, oltre a mancare la confessione del frate, che anzi si è sempre dichiarato innocente, manca anche il “corpo del reato”.

Guerrina Piscaglia, che fine hanno fatto i protagonisti di questa vicenda

Secondo la dottoressa Marina Baldi, genetista forense che ha assistito i familiari di Guerrina Piscaglia, non ci sono dubbi sulla colpevolezza del frate: gli indizi come il liquido seminale ritrovato su una panca della canonica o un messaggio sgrammaticato partito dal cellulare della Piscaglia verso quello di un prete nigeriano del quale non aveva nemmeno il numero e che vive a Roma, di fatto, incastrano il frate congolese.

A difendere il frate è l’avvocato Riziero Angeletti, che contesta quella sentenza della Cassazione – dove vengono confermati i due gradi di giudizio precedenti – e parla di un processo dove “i diritti dell’imputato sono stati lesi”. Il legale, al momento della condanna definitiva, aveva annunciato un ricorso alla Corte di giustizia europea, ma non se ne è saputo più nulla.

Ora padre Gratien è in carcere a Rebibbia e i familiari di Guerrina Piscaglia, ovvero il marito Mirco e il figlio Lorenzo, hanno intentato una causa civile da record. Vogliono che in questa vicenda vengano riconosciute le responsabilità della diocesi di Arezzo, che avrebbe dovuto controllare quel frate già al centro di diverse segnalazioni, e per questo chiedono un risarcimento da un milione di euro.

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