VITERBO – Il TAR del Lazio ha ufficialmente annullato la proroga per il pagamento dell’IMU nelle zone montane secondo criteri altimetrici – valida fino allo scorso 21 gennaio -, gettando di fatto nel panico le migliaia di aziende agricole costrette a pagare entro il 26 gennaio.
Durissimi i commenti delle associazioni di settore, che hanno denunciato l’atteggiamento confuso e non tempestivo del Governo su una questione tanto delicata.
«Migliaia di aziende agricole non riusciranno a rispettare la scadenza della prima rata dell’Imu – afferma Coldiretti Viterbo -. L’incoerenza del criterio di calcolo – che secondo Coldiretti creerebbe una disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario – genera tensioni sul territorio e rischia di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina sopra i 280 metri, dell’esenzione Imu».
«Può essere considerato normale – chiosa il coordinatore di Agrinsieme Viterbo, Giuseppe Ferdinando Chiarini – un Paese in cui un imprenditore agricolo, alla vigilia di importanti scadenze, che implicano decisioni e investimenti, navighi nel buio in attesa delle decisioni del governo?. Fare impresa – conclude Agrinsieme Viterbo – esige regole certe e i necessari tempi di programmazione, e non continui ritardi e ripensamenti. Questo vale ancor più in un settore come quello agricolo, di per sé soggetto alle variabili naturali del clima e più esposto di altri ad eventi non prevedibili».
«Seguiamo con attenzione l’evolversi della vicenda – afferma in un comunicato stampa il Comune di Ronciglione -, siamo in attesa di conoscere l’esito dell’incontro che si sta svolgendo in Ministero tra i ministri Padoan e Martina, così come attendiamo che il TAR del Lazio si pronunci. In questa situazione di caos amministrativo e politico il nostro impegno continuo è quello di informare la cittadinanza sull’evolversi della situazione. Abbiamo sentito il dovere di essere tra i ricorrenti al TAR del Lazio, supportati nella nostra azione dall’ANCI. Ma al momento non ci sono indicazioni precise, di conseguenza non possiamo dare alcuna indicazione ai cittadini riguardo la scadenza del pagamento del 26 gennaio».
Una situazione davvero ingarbugliata, come sottolineato dall’edizione odierna de Il Sole 24 Ore: «Ad oggi, infatti, la scadenza del 26 gennaio pare bloccata dal secondo decreto del Presidente del TAR, ma vista l’ordinanza diffusa oggi è perfettamente possibile che il Tribunale neghi la ratifica anche a questa sospensiva».