TUSCANIA – «A soli undici giorni dalla data per la quale è previsto il pagamento, ancora c’è tanta incertezza e confusione su questa tassa, oltre che creare allarmismo nei confronti di tutti i proprietari terrieri e dei coltivatori, in quanto va a colpire il già bistrattato settore agricolo, risulta essere un terno al lotto nella sua applicazione». Lo dichiara il vicesindaco di Tuscania, Leopoldo Liberati sul balzello sui terreni agricoli. La prima scadenza di pagamento era prevista per il 16 dicembre 2014 ma ha slittato al 26 gennaio. «A seguito di questa decisione – aggiunge Liberati – abbiamo pensato e sperato che la tassa potesse essere eliminata definitivamente ma sono nate tante altre incomprensioni dato che il 21 gennaio prossimo, quindi appena qualche giorno prima la data prevista per il pagamento, verrà discusso il ricorso al Tar voluto da alcune regioni sull’imposta stessa. Questo ricorso, riguarda in generale la legittimità della tassa e più in particolare i requisiti oggettivi da imporre ai comuni per quanto riguardo l’altezza dei terreni rispetto il livello del mare».
«Inoltre – continua il vicesindaco – viene giustamente contestato il fatto che l’imposta è retroattiva al 1/1/2014, una logica assurda che può causare problemi di bilancio in molti comuni e calpesta i diritti dei contribuenti. Oltre questo, l’introito della tassa sarà totalmente a favore dello stato centrale che deve colmare un suo buco di 350 milioni di euro e quindi non lascerà nemmeno un centesimo nelle casse dei comuni che si troveranno nella scomoda posizione di far pagare ai cittadini un tributo che non può essere nemmeno riutilizzato per le esigenze della comunità locale».
«Auspichiamo dunque che il nostro governo, colpevole di queste scelte sconsiderate, se non riesce ad eliminare l’Imu sui terreni agricoli, possa almeno prorogare la sua data di scadenza».