Il Decretto Legge 76 del 2020 fissa, con chiarezza, che l’accesso al portale INPS avviene tramite SPID, ma esitono altre quattro modalità altrettanto valide. Scopriamole insieme
Nel 2020, in piena pandemia da coronavirus covid-19, i cittadini italiani hanno visto passare una riforma fondamentale per l’utilizzo dei Servizi Pubblici. La riforma è frutto dell’Articolo 24, comma 4, del Decreto Legge numero 76 del 2020. In quel decreto vengono fissati, in modo inequivocabile, le modalità di accesso ai Servizi Pubblici. Ed in particolare al Portale dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’INPS.
Il Decreto Legge è entrato poi definitivamente in vigore il primo di ottobre del 2021 ed è ormai abbondantemente assimilato da tutti i cittadini che utilizzano i servizi online della Pubblica Amministrazione. La modalità più conosciuta e diffusa è quella di accedere ai Servizi attraverso lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale ormai appannaggio di quasi 30 milioni di persone con un dato clamoroso in termini di transazioni. Oltre un miliardo.
Ma lo SPID, secondo quanto viene normato nel Decreto Legge del 2020, non è il solo strumento utilizzabile per accedere ai Servizi della Pubblica Amministrazione in generale e del Portale dell’INPS in particolare. Ne esistono almeno altri quattro. Tutti egualmente efficaci ed efficienti. Vediamo quali sono
Le modalità di accesso al Portale INPS
Partiamo dal servizio di accesso per eccellenza, la CIE, acronimo di Carta di Identità Elettronica. Ovvero la nuova tipologia di carte di identità che ha sostituito quella cartacea con un card contenente un chip. La CIE, a tendere dovrebbe assorbire tutti gli altri strumenti. La CIE per essere operativa in pieno ha bisogno di due PIN di riconoscimenti che garantiscono l’accesso ai servizi di secondo e terzo livello.
Ci sarebbe ancora il vecchio PIN, ormai in disuso, ma che rimane attivo come si legge nel sito dell’INPS per “quelli rilasciati ai cittadini residenti all’estero” ma che al contempo non sono materialmente in possesso di un documento di riconoscimento emesso in Italia. La terza modalità è quella della CNS, la Carta Nazionale dei Servizi. Ovvero una smart card o in alternativa una chiavetta USB che al suo interno può contenere un “certificato digitale” abilitato all’autenticazione personale del soggetto che la detiene.
Esiste, in ultimo, uno strumento poco utilizzato ma non per questo meno efficace. Parliamo dell’eIDAS un certificato europeo di autenticazione digitale. Il certicificato in questione è regolamentato, e rilasciato, direttamente dall’Unione Europea ed è abilitato ad usufruire di ogni servizio online a riconoscimento della Pubblica Amministrazione italiana