Cosa succede se commetti un errore durante la compilazione dell’Isee e come risolverlo, ecco come evitare problemi con la tua dichiarazione
Compilare l’Isee può essere un processo complicato e stressante. Ci sono molte informazioni da inserire e molte regole da seguire. Ma cosa succede se commetti un errore durante la compilazione? Quali sono le conseguenze e come puoi correggere l’errore? In questo articolo esploreremo le possibili conseguenze di un errore durante la compilazione dell’Isee e cosa puoi fare per rimediare.
Cos’è l’ISEE e come ottenerlo
L’ISEE, o Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è un valore utilizzato per misurare e confrontare la posizione economica delle famiglie che richiedono un’assistenza sociale. Serve per stabilire l’accessibilità a benefici quali riduzioni sui servizi pubblici (telefono, elettricità, gas), tenendo in considerazione sia le condizioni personali che la situazione economica della famiglia.
L’ottenimento dell’ISEE richiede la compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento che include dettagli personali, di reddito e patrimonio e descrive lo stato economico della famiglia. Questo è fondamentale per definire in modo equo il contributo verso i costi dei servizi socio-sanitari.
Il calcolo dell’ISEE si basa sui guadagni e i beni posseduti nel secondo anno antecedente. Ad esempio, l’ISEE del 2024 sarà determinato dai redditi e dai bilanci medi del 2022, e dai bilanci patrimoniali al 31 dicembre 2022, tenendo conto della struttura familiare al momento della richiesta.
L’ISEE corrente può essere aggiornato per riflettere eventuali cambiamenti nella situazione economica della famiglia. Ciò significa che anche coloro che perdono il lavoro possono accedere alle prestazioni previste dalla legge.
Se si ha bisogno di una certificazione ISEE per beneficiare dei servizi pubblici e/o sovvenzioni sociali offerti da diverse entità, potrebbe essere utile il supporto di un professionista. Questo può essere ottenuto da un commercialista certificato o in un CAF (Centro di Assistenza Fiscale), dove sarà possibile redigere la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), il documento chiave per il calcolo dell’ISEE.
Se scegli di procedere senza l’aiuto di intermediari, l’INPS fornisce un servizio che ti consente di completare l’ISEE autonomamente.
Per ottenere l’ISEE, il primo passo consiste nella presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Il documento racchiude dati personali, patrimoniali e di reddito che delineano il panorama economico di ogni membro della famiglia.
A partire dal 1° gennaio 2024, il passo iniziale per ottenere l’ISEE sarà l’elaborazione della DSU, il cui invio può avvenire in ogni periodo dell’anno e resterà valido fino al 31 dicembre. La DSU può essere presentata in diversi modi. E’ possibile effettuarlo online attraverso il servizio disponibile dall’INPS. Un’alternativa è ricorrere all’assistenza presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF), nel quale gli utenti possono redigere il documento sotto la guida di un esperto.
Anche se percepisci un sussidio di disoccupazione, ammortizzatori sociali o contratti di solidarietà, questa regola rimane applicabile. Per quantificare il valore delle tue proprietà immobiliari, dovrai fornire: un resoconto (bilancio finanziario) che comprenda depositi e conti correnti bancari e postali, insieme al saldo medio, titoli di stato, obbligazioni, certificati di credito e deposito, buoni di risparmio e simili, assicurazioni sulla vita e depositi in conti bancari e postali.
Attenzione: ecco cosa succede se sbagli a compilare l’Isee
Che cosa succede se si sbaglia nel compilare l’ISEE?
Determinare gli elementi richiesti per l’ISEE può essere un compito arduo. La presentazione di una dichiarazione parziale o falsa può portare a gravi conseguenze, tra cui multe molto pesanti e, in circostanze estreme, persino l’incarcerazione. Questi controlli e le relative sanzioni sono imposti quando l’ISEE viene utilizzato per richiedere un bonus o una facilitazione, sia all’Agenzia delle Entrate che ad altri enti pubblici.
Quanto sono le multe e quando si rischia la reclusione?
Le pene per un ISEE errato sono stabilite dal Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa, in particolar modo dagli articoli 75 e 76. Se l’Agenzia delle Entrate o l’INPS, responsabili delle verifiche sui dati forniti, dovessero rilevare delle irregolarità, ci sono principalmente due conseguenze:
- Si può essere soggetti a multe amministrative che possono variare da 5.164 a 25.882 euro. Tuttavia, la multa non può superare il triplo del valore del beneficio ottenuto grazie all’ISEE inesatto.
- Si può andare incontro a una pena detentiva da tre mesi a sei anni, nel caso in cui il bonus ricevuto dallo Stato o dalle autorità pubbliche sia superiore a 3.999,96 euro.
Associato a queste sanzioni e possibile pena detentiva, c’è anche la sospensione dei benefici ottenuti attraverso un ISEE errato. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere il rimborso delle somme ricevute indebitamente o il pagamento della differenza ottenuta ingiustamente.
In caso si rilevi un errore nell’ISEE presentato, è una necessità eseguire i controlli per evitare le gravi sanzioni associate. A seconda di come la dichiarazione ISEE è stata prodotta, autonomamente o con l’assistenza di enti come i CAF o l’INPS, c’è sempre una possibilità di correggerla o integrarla con informazioni mancanti.
Se vi siano errori nella dichiarazione ISEE già presentata, ci sono due possibilità per la modificazione
Una modalità è tramite la compilazione del modello FC3, per comunicare all’Agenzia delle Entrate o all’INPS le informazioni mancanti, che deve essere presentato entro 15 giorni dalla richiesta iniziale del calcolo dell’ISEE. L’altra opzione è di iniziare la procedura da capo compilando una nuova DSU, completa con tutte le informazioni necessarie, e richiedendo il ricalcolo dell’ISEE. Questo sostituirà la precedente dichiarazione errata.
Nel caso in cui l’errore sia stato fatto dal CAF o dall’INPS, molti cittadini si rivolgono a questi enti per ottenere la dichiarazione ISEE. Nel primo caso, il CAF esamina tutta la documentazione dell’utente e calcola la DSU.
Nell’eventualità di un errore nel calcolo dell’ISEE, è possibile richiedere l’assistenza del CAF per la redazione e l’invio del Modulo Integrativo FC3. Questo servirà per completare i dettagli mancanti nel modulo iniziale. Alternativamente, o con il supporto del CAF, è possibile creare una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) rinnovata e prepararne una nuova per l’ISEE. Quest’ultima sostituirà completamente la versione precedente già consegnata, incluso il modello precompilato.
Occorre tuttavia ricordare che, nel caso di dispute o sanzioni,i centri di assistenza fiscale (CAF) o i professionisti accreditati, come i commercialisti, non possono essere ritenuti responsabili per potenziali dichiarazioni false o incomplete. Secondo una sentenza del 10 giugno 2021 della Corte di Appello di Lecce, gli enti e i professionisti sono obbligati a raccogliere i dati forniti dai contribuenti e a elaborare le dichiarazioni basandosi su queste informazioni, pertanto non possono essere ritenuti responsabili per eventuali omissioni. Tuttavia, sono tenuti a informare il contribuente sulle potenziali sanzioni amministrative e penali a seguito di dichiarazioni incomplete o false. Per quanto riguarda la correzione di un ISEE errato, qual è il tempo a disposizione per farlo? Dovrebbe essere fatto quanto prima, appena si nota l’errore, e in ogni caso prima della concessione di qualsiasi bonus o incentivo correlato.
Il modulo integrativo FC3 deve essere inoltrato entro 15 giorni dalla presentazione iniziale della dichiarazione ISEE. Questo stesso lasso di tempo è anche valido nel caso in cui si opti per la creazione di una nuova DSU, ovvero il calcolo completo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Per minimizzare la possibilità di riscontrare errori o tralasciare dettagli, è raccomandato cercare l’assistenza di un commercialista o, in mancanza di ciò, del CAF. Inoltre, se si sceglie di utilizzare la DSU precompilata, è consigliato farla revisionare da un professionista qualificato, per assicurare l’autenticità e fornire qualsiasi informazione che l’INPS potrebbe non avere ancora a disposizione.