di Sabrina Fileppi

MONTALTO DI CASTRO – È una fredda mattinata di dicembre, il mare è calmo e c’è un leggero vento di Tramontana, l’ideale per una bella immersione subacquea.
Con il mio gruppo, “Subacquei Montalto”, decidiamo di esplorare un sito a circa 3 miglia di distanza dalla costa di Montalto di Castro.

Ad una profondità di 41 metri, su un fondale molto fangoso, troviamo uno scoglio molto interessante dal punto di vista della biodiversità marina. Colorato di spugne, Corallo rosso e splendidi Alcionari, Celenterati comunemente chiamati “Mano di morto”, nome alquanto lugubre a causa dell’aspetto dell’animale e dei movimenti che questo può compiere una volta pescato. Si tratta di un invertebrato coloniale privo di scheletro che si sostiene in posizione eretta gonfiandosi d’acqua.

Pinneggiamo lentamente, cercando di non toccare il fondo con le pinne per non sollevare sospensione, pregiudicando così il resto dell’immersione.
Ci appare un primo esemplare di Paramuricea clavata, la più bella delle Gorgonie e la più ricercata dai subacquei.

Subito dopo un vero e proprio bosco sommerso, fitte ramificazioni di colore rosso scuro, grandi ventagli il cui scheletro funge da rifugio per i polipi. Si tratta di una specie fragile e ad accrescimento molto lento. In mezzo a diversi esemplari ne appare una completamente spoglia di cui restano solo apici gialli, l’ultimo pezzetto vitale di quella che una volta doveva essere una bellissima Gorgonia rossa, i cui rami terminali claviformi erano di colore giallo.

Proseguiamo nella nostra immersione e poco più in là troviamo lo scheletro di un’altra gorgonia morta sui cui rami si intravede un alcionario parassita, un celenterato di tipo incrostante che si sviluppa soprattutto sui rami delle gorgonie morte.

L’immersione volge al termine e una volta riemersi, a bordo del gommone, come sempre cerchiamo di trasformare in parole le immagini che ancora sono impresse in maniera indelebile nella nostra mente e nel nostro cuore. Questa volta però abbiamo una consapevolezza in più.

Siamo appena stati testimoni di un fenomeno che riguarda ormai tutto il Mediterraneo.
Il riscaldamento delle acque sta minacciando la sopravvivenza della Gorgonia rossa, animale considerato indicatore biologico perché particolarmente sensibile ai cambiamenti apportati da fattori inquinanti dell’ecosistema.