Un grave lutto ha colpito il mondo del calcio: l’ex giocatore era cresciuto nelle giovanili dell’Inter e ora era un allenatore di calcio.
Milano, Cremona, Pavia, Treviso, Lecco poi ancora Padova e Udine: tante le città del Nord Italia in cui era passato come calciatore prima e allenatore dopo. Si è spento a 50 anni al termine di una terribile malattia, lasciando la moglie e due figli. Nato a Como nel 1973, è morto nelle scorse ore José La Cagnina, scomparso prematuramente dopo aver trascorso una vita nel mondo del calcio.
La sua morte ha suscitato cordoglio non solo nelle squadre con cui ha lavorato, ma anche tra i tifosi e i colleghi del calcio: la carriera di José La Cagnina era iniziata nelle giovanili dell’Inter, nel ruolo di attaccante. A fine anni Novanta, aveva militato nella Biellese e poi da lì al Pavia e quindi alla Cremonese. Soprattutto coi rossogrigi, era stato protagonista di alcune promozioni.
Addio a José La Cagnina: l’ex primavera dell’Inter che insegnava ai ragazzi a giocare a calcio
Era poi tornato al Pavia e da lì al Lecco e al Voghera, poi a lungo aveva giocato in Veneto con diverse formazioni. La sua ultima squadra era stata il Treviso, dove aveva concluso la sua carriera da calciatore nel 2014, prima di iniziare quella da allenatore. Aveva fatto parte, in particolare, della Udinese Academy e oggi il club friulano gli rende omaggio con un sentito ricordo.
“Josè è stato in questi anni grande esempio per i ragazzi e gli adulti che hanno potuto condividere con lui momenti sportivi e non, ha sempre messo i ragazzi al primo posto”, si legge sul sito dell’Udinese. Anche la Cremonese ha espresso il proprio dolore per la scomparsa dell’ex calciatore, ricordandolo come un giocatore versatile e generoso.
Da Padova ricordano un allenatore di grande esperienza e valore umano: profonda tristezza è il sentimento comune dei tanti club in cui José La Cagnina era passato in questi anni nelle vesti prima di calciatore e poi di allenatore.
Il lato umano di questo personaggio del mondo del calcio non è di fatto mai passato in secondo piano. Oggi tutti si stringono attorno alla moglie e ai figli, per quest’uomo che ha lasciato un segno indelebile nel calcio e nelle vite di coloro che l’hanno conosciuto.