Colpo di scena nel caso del delitto di via Marsala: quasi 30 anni dopo, prosciolti tutti gli indagati per la morte di Nada Cella.
Non c’è nessun colpevole per il delitto di via Marsala, a Genova, uno dei cold case che maggiormente negli anni hanno interessato in particolare un pubblico televisivo fatto di appassionati di crime. La vicenda, tristemente nota, è quella di Nada Cella, la quale venne trovata gravemente ferita nel suo ufficio, nell’azienda in cui lavorava, il 6 maggio 1996.
Da allora, sono passati 28 anni e ancora oggi non c’è un colpevole, anzi nelle scorse ore abbiamo assistito all’ennesimo colpo di scena in questa drammatica vicenda. Prima di arrivare all’epilogo, che purtroppo rischia a questo punto di essere definitivo, cerchiamo di ricostruire brevemente cosa sappiamo di questa storia criminale.
Sin dal principio, di questa vicenda se ne è occupata la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’, con diversi servizi e un focus sul suo sito web, per provare a mettere insieme tutti i tasselli del delitto e delle indagini. Non solo: anche lo scrittore Carlo Lucarelli, nel primo programma televisivo da lui condotto a fine anni Novanta, “Mistero in blu”, ha dedicato una puntata al caso di Nada Cella.
Chi conosce la vicenda, ricorda benissimo come all’inizio i sospetti caddero sul datore di lavoro della ragazza, Marco Soracco, ma non furono trovate prove. Negli ultimi anni, l’attenzione su questo caso di cronaca si è riaccesa, anche grazie alla caparbietà dell’anziana madre della vittima, Silvana Smaniotto, e della criminologa Antonella Delfino Pesce, la quale evidenziò dettagli sottovalutati per anni.
Tracce di DNA maschile e femminile vennero individuate nel 2021 sulla scena del crimine e i sospetti caddero su una donna, Annalucia Cecere, la quale era già stata in passato al centro delle indagini. Finalmente, un mese e mezzo fa, durante l’udienza preliminare, emersero nuovi dettagli, inclusa un’incredibile somiglianza tra la vittima e la donna sospettata di averla uccisa.
Le accuse portate avanti dalla famiglia della segretaria uccisa riguardano una presunta gelosia da parte di Annalucia Cecere, invaghita di Soracco, nei confronti di Nada Cella, e la pm Gabriella Dotto riteneva ci fossero le basi per imbastire un processo. Non è stata dello stesso parere la giudice Angela Maria Nutini, che ha prosciolto la Cecere, insieme agli altri due indagati.
Oltre alla presunta assassina, risultavano indagati proprio Soracco e la mamma di lui, Marisa Bacchioni, con l’accusa di favoreggiamento e falsa testimonianza. Per la criminologa Delfino Pesce e lo scrittore Igor Patruno, il proscioglimento è frutto della riforma Cartabia del codice penale: in sostanza, le nuove norme colpiscono i cosiddetti processi indiziari, in cui c’è il rischio che non si arrivi a sentenza.
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