MONTALTO DI CASTRO – Sessanta giorni di tempo per presentare le osservazioni al progetto sugli impianti nazionali per il deposito delle scorie radioattive nella Tuscia. Amministrazioni locali, associazioni di categoria, gruppi politici, tutti hanno rigettato con un secco “no” l’ultimo aggiornamento della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), pubblicata sul sito depositonazionale.it.
Sono 22 le aree mappate nella provincia di Viterbo e la costa, secondo lo studio della società Sogin, responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, sembra essere tra le più idonee ad ospitare l’eventuale impianto nazionale di stoccaggio.
Le aree interessate a Montalto sono in località Mezzagnone; nei pressi della strada regionale Castrense fino a raggiungere Canino e quella provinciale Dogana abbracciando i territori di Tuscania e Tarquinia. A Pescia Romana tra le località Cacciata Grande e Querciolare. Ettari di terreno “fertili” secondo lo studio progettuale per realizzare gli impianti.
Nel frattempo le istituzioni locali hanno immediatamente alzato una barricata. Il Sindaco ff Luca Benni al tg4 ha detto: “Non siamo la discarica di chi pensa di avere un territorio e dei cittadini che stanno solo a guardare. Questa terra ha già dato. A Montalto abbiamo già avuto negli anni ‘70 l’individuazione per la realizzazione di una centrale nucleare, poi bloccata dal referendum dell’87. Successivamente negli anni 2000 è avvenuta l’invasione dell’energia rinnovabile con ettari di impianti fotovoltaici e ora è il momento di dire basta.
Sono già in corso valutazioni tecniche – aggiunge Benni – che porteranno a formalizzare la nostra posizione attraverso le osservazioni che presenteremo in ogni sede, riservandoci ogni iniziativa a tutela della nostra popolazione e del nostro territorio. Tutto questo per garantire al nostro ambiente, al nostro paesaggio, al turismo e all’agricoltura di non “morire” per volontà altrui. Convocherò inoltre un Consiglio comunale straordinario – conclude Benni – e chiederò la massima collaborazione a tutte le forze politiche e istituzionali, affinché questa brutta pagina si chiuda definitivamente. Siamo da sempre un Comune responsabile ma credo sia giunto il momento del massimo rispetto verso tutti noi. È questo il momento in cui la politica deve veramente remare in una unica direzione”.
Nel frattempo è partita una petizione online “No alle scorie radioattive nella Tuscia”, lanciata dal sindaco di Bagnoregio Luca Profili e in 24 ore hanno firmato oltre 11mila cittadini.
Fanno eco anche gli ambientalisti: “Siamo stati cattivi, non vi è dubbio, se la Befana ci ha portato, dopo il carbone, anche questo regalo – dicono Italia Nostra Etruria e Forum Ambientalista -. Davanti alla sofferente situazione ambientale e sanitaria del territorio, e con l’ipotesi di ulteriori tre centrali, un inceneritore, un megabiodigestore, infierire proponendo la localizzazione nella stessa area di depositi di rifiuti radioattivi è tanto irresponsabile da rasentare un inquietante sadismo, e lascia intravedere la più completa indifferenza nello svendere un’intera comunità che, evidentemente, considerata di serie B, è ritenuta sacrificabile in nome di uno sviluppo tutto finalizzato a realizzare profitto per pochi piuttosto che tutela della salute e lavoro pulito per i più.
Italia Nostra Onlus, sezione Etruria, e Forum Ambientalista dichiarano sin da ora la propria netta contrarietà che provvederanno a mettere per iscritto con le osservazioni che saranno inviate entro i tempi stabiliti”.
Nel pomeriggio di oggi è previsto un incontro online con i sindaci e lunedì 11 gennaio una call conference con la Provincia di Viterbo.