A tre mesi dalle Europee, vediamo una panoramica del quadro politico coi sondaggi elettorali e le quotazioni dei vari leader.
Mancano meno di tre mesi al voto per le elezioni europee, una sorta di voto di mid-term – per usare un’espressione americana – che sonderà il polso della tenuta del governo e delle possibilità di rimonta da parte delle opposizioni.
Il test elettorale sardo, che ha premiato di misura il campo largo di centrosinistra, e quello abruzzese, con la netta affermazione di centrodestra, sono solo l’antipasto di quello che vedremo a giugno. Bisogna fare un piccolo passo indietro: il 25 settembre 2022, le politiche hanno visto una nettissima affermazione di Giorgia Meloni e dei suoi alleati.
Un’Italia davvero divisa in due? Cosa dicono i sondaggi elettorali
Un anno e mezzo dopo, sembra essere ancora la Meloni la leader forte, sebbene la tendenza sia a una rimonta – al momento nell’ordine dei pochi decimali – da parte del Partito Democratico di Elly Schlein. Evidentemente, un centrodestra forte ha avuto nel settembre 2022 il consenso di circa il 44% degli italiani che si sono recati alle urne.
Coalizione progressista al 26% a cui si può aggiungere un 15% e qualcosa del Movimento 5 Stelle: anche messi insieme non sarebbero arrivati ai voti del centrodestra, che peraltro nei primi mesi di governo ha rafforzato la sua tenuta. L’ultimo sondaggio, commissionato da LA7 a Swg poco prima del voto in Abruzzo, ma i cui risultati sono stati diffusi in queste ore, mostrano una forbice che si restringe.
Fratelli d’Italia è ancora intorno al 27%, ma il Pd torna decisamente sopra il 20% e il Movimento 5 Stelle resterebbe sulle percentuali di un anno e mezzo fa. In calo la Lega, che sarebbe poco sopra l’8%, e Forza Italia, che resta sotto quella soglia. Tra le formazioni minori, Azione di Calenda farebbe meglio di Sinistra e Verdi, ma entrambe sarebbero sopra al 4% e questo in vista delle Europee è importantissimo come dato.
Veleggiano intorno al 3% sia Italia Viva, con Matteo Renzi che non sfonda, e Più Europa, che paga forse lo scotto di una leadership, quella di Emma Bonino, ultimamente un po’ appannata. Restano infine sotto la soglia fisiologica del 2% formazioni come Italexit, Unione Popolare e Italia Sovrana e Popolare.
Gli indecisi e la fiducia nel governo
Ancora una volta, a pesare nelle prossime consultazioni potrebbe essere il numero degli indecisi: secondo SWG, si tratta del 38% degli intervistati, quota che sale in un sondaggio dell’Istituto Ixé e supera la soglia del 40%. Non è assolutamente un dato di poco conto, perché ormai il tasso di indecisi nei sondaggi rispecchia il tasso di astensionismo e rivela una totale disaffezione della maggioranza relativa verso la politica.
A tal proposito, l’Istituto Ixé ha sondato il polso della fiducia degli italiani in questa classe politica ed è emerso che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gode del 38% degli intervistati che gli ripongono molta fiducia e altrettanti che ne hanno abbastanza. Sommando questi due dati sicuramente positivi, possiamo dire che il Capo dello Stato è promosso dal 76% degli intervistati.
Bocciato invece l’esecutivo Meloni, che sembra essere ai minimi storici: il 10% ripone molta fiducia, il 29% ne ripone abbastanza, se guardiamo ai dati negativi siamo complessivamente al 61%. Ciò non corrisponde a una maggiore fiducia nelle opposizioni, che sono ferme a un 24% complessivo di giudizi positivi.