Riconoscere i segnali di un tumore alle ovaie è indispensabile, per questo bisogna identificare i sintomi: ecco a cosa fare attenzione.
Il problema di questo tipo di neoplasia è sicuramente dato dal fatto che non ci sono segnali evidenti all’esordio della malattia, solitamente si interviene successivamente quando ci sono manifestazioni e quindi quando la condizione è già sviluppata.
I fattori principali legali all’insorgenza di questo tumore sono essenzialmente tre: ormonali, ambientali, familiari. Capire se ci sono i presupposti affinché possa in qualche modo presentarsi e soprattutto fare controlli periodici è sicuramente la via maestra per prevenire qualunque problematica.
Tumore alle ovaie: i tre campanelli d’allarme
Il tumore all’ovaio ha origine dal tessuto che le riveste. Queste hanno due funzionalità essenziali, produrre estrogeni e progesterone e gli ovociti. Quando le cellule proliferano in maniera anomala quello che accade è che si sviluppi il tumore. Ogni anno solo in Italia sono colpite 5200 donne, come riporta l’AIRC, ed è tra i tumori più ricorrenti nelle donne, con il 3% di tutte le diagnosi. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni è del 40%, il problema principale è legato al fatto che la malattia viene diagnosticata tardi.
Il rischio maggiore di sviluppare la patologia è sicuramente l’età, questa subentra in particolare tra i 50 e i 69 anni. Altri fattori di rischio sono obesità, lunghezza del periodo ovulatorio, non aver avuto figli. Vi è anche una componente genetica ovvero mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 che possono avere una correlazione diretta, le donne che hanno questo tipo di alterazione fino al 25% presentano successivamente tumori maligni.
I tumori non sono tutti uguali, anche se essenzialmente non ci sono sintomi in fase iniziale vi sono comunque dei campanelli d’allarme da notare. Quando c’è addome gonfio, si tende a soffrire di meteorismo o si ha spesso necessità di urinare allora potrebbero esserci problematiche di questo tipo. Sono da considerare anche sanguinamenti anomali, problemi ricorrenti di diarrea o stipsi, dolore localizzato, stanchezza ricorrente, nausea, perdita di appetito.
Una diagnosi precoce è data sicuramente da una visita annuale dal ginecologo, questo esegue tutti i controlli del caso come l’ecografia e quindi può chiarire ogni aspetto. I programmi di screening prevendono anche il marcatore CA 125 che è specifico e può rilevare alterazioni, anche se questo spesso risente anche di altri fattori. Per chi avesse invece una mutazione genetica allora è il caso di sottoporsi a una consulenza per valutare le opzioni di prevenzione. I controlli periodici sono fondamentali, possono salvare la vita.